“Il treno dell’ultima notte” di Dacia Maraini

Recensione di Carolina Colombi

treno

 “È un treno lento che arranca sulle rotaie. Si dirige verso nord. Amara se ne sta seduta composta, in preda a una sorta di eccitazione sonnolenta.”  

Il treno dell’ultima notte è da ascrivere alla categoria del romanzo, in quanto animato dalla ricca fantasia dell’autrice. Anche se il contesto storico dei fatti narrati è reale.

Quindi, la connotazione da dare a Il treno dell’Ultima notte è quella di romanzo storico.

Ad Amara, la protagonista delle vicende narrate, rimangono solo un mucchietto di lettere del suo amico d’infanzia Emanuele.

Oltre che un quaderno sgualcito infilato nella crepa di un muro del ghetto di Lodz. Qui, si raccontano i terribili eventi di cui è stato protagonista. E, infine, le rimangono una manciata di ricordi.

Spinta dall’impellente bisogno di ritrovare l’amico perduto, quasi a donargli un’ultima prova d’affetto, Amara si mette in viaggio attraverso l’Europa. Convinta che l’amico di tante avventure sia ancora vivo.

Non l’Europa degli anni 2000, ma quella del 1956, dove la guerra fredda è un imperativo con cui la giovane si deve confrontare.

Un viaggio difficile, quindi. Con un treno zoppicante che la porta a Vienna, dove i genitori del ragazzo si sono trasferiti nel 1939, ignari della sorte che li attendeva perchè ebrei.

A Vienna, Amara va alla ricerca dei superstiti dell’Olocausto. E poi raggiunge Budapest, durante la rivolta ungherese del 1956.

Quella di Amara potrebbe essere un’avventura, se il contesto in cui il viaggio si consuma fosse meno drammatico. Ma avventura non è.

Perché quello che la giovane compie è un viaggio negli abissi e nel cuore del Novecento. Che gli si presenta nella nefandezza rappresentata dal Nazismo 

“La donna sembra sopraffatta da tante notizie. Dice che sì, ha conosciuto i genitori di Emanuele, l’ingegner Karl Orenstein e anche la sua seconda moglie Thelma Fink. Ma non erano parenti.” 

Dunque, ciò che Il treno dell’ultima notte rivela è il senso della catastrofe. Anche se Amara culla nel suo cuore il desiderio e la speranza insieme, di un mondo diverso.

Alieno dagli orrori rappresentati da ciò che resta del campo di Auschwitz-Birkenau. Da cui ovviamente rimane inorridita. 

Romanzo complesso, oltre che forte e crudo, pur nella levità della narrazione, da Il treno dell’ultima notte si evincono in maniera nitida gli eventi raccapriccianti delle due guerre mondiali. E le loro drammatiche conseguenze.

In primis, i campi di concentramento. E quello che hanno rappresentato per la popolazione.

Non solo per coloro che sono caduti nelle maglie dello sterminio. Inghiottiti nel vortice della follia nazista che ha fatto 6 milioni e oltre di morti.

Ma anche per chi è rimasto a piangere le vittime, in attesa di un loro impossibile ritorno.

Così come le vicende narrate dalla Maraini raccontano in maniera lucida, seppur in un contesto romanzato. 

“Hans prende per mano Amara e la trascina via da quella calca. Ma le strade nel frattempo si sono affollate. Una manifestazione spontanea…” 

Libro da leggere tutto d’un fiato, ogni frase trasmette un significato ben preciso, oltre che sensazioni difficili da esternare.

Gli eventi menzionati, davvero poco edificanti per il genere umano, sono esplicitati con stile semplice e asciutto. In modo da far partecipe il lettore, in prima persona, delle vicende vissute dalla giovane protagonista.

Nella tessitura della trama, il treno, in senso metaforico, può rappresentare un mezzo per mantenere vivo un legame d’affetto che mai si è spezzato.

È in una cornice letteraria delicata che la scrittrice racconta i fatti, anche per stigmatizzare l’umana crudeltà. Oltre che per sensibilizzare i lettori, affinchè quel vergognoso pezzo di storia non vada dimenticato.

Nonostante la lacerazione che ha provocato nel Novecento. E credere infine che la redenzione sia possibile. 

“Frau Morgan l’abbraccia quando la vede. Non le serba rancore, a quanto pare, ed è disposta a riprenderla alla pensione Blumental, nonostante le angherie della polizia.”

 

Sinossi 

Emanuele è un bambino ribelle e pieno di vita. Si arrampica sui ciliegi e si butta a capofitto in bicicletta giù per strade sterrate. Sogna di costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce Amara, l’inseparabile amica d’infanzia, attraversa l’Europa del 1956 oltre la cortina di ferro su un treno mal ridotto, fermo a ogni stazione, negli anni più bui della guerra fredda. Amara visita sgomenta ciò che rimane del girone infernale di Auschwitz-Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca dei sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta degli ungheresi.

 

Scheda libro 
Titolo: Il treno dell’ultima notte
Autore: Dacia Maraini
Genere: romanzo storico
Editore: Bur
Anno di pubblicazione: 2010

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