Il Tempo delle lucciole” di Francesca Gnemmi

Recensione di Altea Alaryssa Gardini

il tempo delle lucciole

Ci sono storie che puoi raccontare solo se hai avuto occhi per vederle e palmi per sentirle.

Nei boschi estivi, camminando con un’amica puoi scoprire luci che illuminano di stelle l’aria, come era bello seguirle.

Da bambina, il mio mondo era relativamente ristretto, vicino l’abitazione dei miei nonni paterni si trovava un piccolo boschetto.

Era davvero bello poterci entrare e raccogliere le more fresche tra le spine dei rovi, nessuna spina può pungerti quando sei una bambina, nessun ginocchio sbucciato può fermare la tua corsa.

Si passano ore a ruzzolare nel fango e a lisciare con le mani ancora candide, le pieghe degli adorati vestiti della festa, splendono i momenti in cui i nonni ti raccontano come si vive alla loro maniera.

Chi può dimenticare quel momento in cui ti viene detto, che qualsiasi cosa sarai, ti ricorderai sempre da dove sei partita?

Di sera, quando la luce del sole era ormai andata a dormire mi piaceva vagare. Mi avvicinavo ai piccoli arbusti nei campi per ammirare il mio piccolo tesoro: le lucciole.

Loro si rincorrevano e si amavano e mai al mondo avrebbero smesso di brillare. Ad ogni piccolo bambino sembrano magiche, a me sembravano piccole fate, potevano brillare in una maniera così bella pur rimanendo discrete. Nessun clamore, solo pace.

Quando si è bambini si guarda il mondo con gli occhi bagnati di rugiada e le mani negli impasti delle nonne.

I nostri genitori sono degli esseri mitologici che nessuno può sconfiggere e se ci venisse chiesto ci butteremo nel fuoco, solo loro ci amano davvero e il resto è più bello e merita gioia solo per questo.

Un velo ci separa da quello che sembra da quello che è, la realtà passa come luce attraverso il prisma delle prospettive, quello che si vede è solo una parte dei milioni dei riflessi scaturiti dai nostri cari.

Emma è stata bambina in un posto fatato, nata tra le tempeste marine, fiorita tra i boschi di rosaspina.

Emma è vissuta come un papavero tra le spighe di grano: felice, delicata e forte tra le mura di un piccolo borgo della pianura padana.

La bambina che è diventata una ragazzina è rinata tra le rocce come stella alpina, di una bellezza selvaggia ed impalpabile. Ha gettato le fondamenta dal tradimento di colui che mai l’avrebbe ferita: suo padre Giulio.

Ha scalato le montagne e svetta come corona tra le nevi baciate dal sole, bianche come il nome di sua madre.

La donna, in cui Emma si è trasformata, è regina di un castello di cristallo.

Le stanze rilucono della luce delle lucciole e si riempiono di echi di gioie lontane ma che sono sempre state tra le sue mani. Un sussurro tra le pietre, la mano di un arcangelo.

Emma è una pioggia di petali di fiori, è radiosa mentre tiene tra le mani i suoi gioielli della corona: Pietro, Michele e Bianca.

Ho letto un libro dolce e aspro, mai privo di delicatezza. Francesca Gnemmi mi ha cosparsa di polvere di luce in un campo di alberi di limoni, dove il profumo mi ha guarita e sollevata.

Il Tempo delle lucciole è uno spaccato di vita vissuta, un romanzo di Cuore, il cuore di una famiglia normale ma che non dimentica.

Titolo: Il tempo delle lucciole
Autrice: Francesca Gnemmi
Genere: Romanzo
Edizione: Silele edizioni
Anno: 2015
Pagine: 490

Sinossi:

1915 l’Italia entra in guerra. Tre anni di scontri che lasceranno profonde cicatrici nel nostro paese, famiglie distrutte, altre riunite.

Un uomo stanco e provato si ferma davanti al cancello di casa Montali, nella pianura parmense; scorge una bimbetta dallo sguardo vivace e l’espressione curiosa.

Riconoscerebbe quegli occhi ovunque. Emma sa che quello è il suo papà, assomiglia un poco alla fotografia che sua madre le mostra quando parla di lui. Corre ad abbracciarlo, per la prima volta. Tra i due nasce un rapporto esclusivo, che nel tempo si trasformerà in conflitto.

Una battaglia silenziosa e dolorosa tra un padre padrone e la sua unica figlia, che segnerà la crescita di una giovane donna, forte e determinata a proteggere se stessa e sua madre, per ritrovare il sorriso e il suo posto nel mondo.

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