“Il fiume di Cristallo” – di Sergio Bambarén
Recensione di Molaro Lisa
Perchè un libro di Sergio Bambarén?
In questi giorni non sempre donatori di dolcezza e ilarità, necessitavo di evadere, almeno all’interno dei libri, da trame complicate, torbide e problematiche.
L’hanno detto in molti prima di me ed io non faccio altro che ribadirlo: i libri scelgono noi e non il contrario.
Mi trovavo in un negozio di prodotti volti al benessere sano e naturale e come il solito ho appoggiato lo sguardo sulle copertine dei libri che si trovano vicino alla cassa.
Il tenue verde della sua copertina mi ha subito catturato.
Il verde si trova al centro tra i colori freddi e quelli caldi e quindi si “veste” di pacato equilibrio.
In lui si fondono il blu e il giallo, cielo e sole, mare e sabbia dorata.
Il verde è VITA.
Nella copertina, quindi, un’onda di vita ingloba il nome di Sergio Bambarén che di questo libro è autore e protagonista.
Sotto il suo nome nuotano, beati, due mammiferi grossi simili a dei delfini ma con il muso quasi canino: sono dei Lamantini.
Ciò che mi ha definitivamente convinto a leggere questo libro è stata la scritta subito sotto il titolo:
“Noi siamo la Natura. Imparate a leggere i suoi cambi d’umore e imparerete a leggere voi stessi.”
Da quando sono adolescente, al bisogno, mi tuffo dentro pagine salvifiche perché spirituali.
Di Bambarén avevo già letto, e adorato, Lettera a mio figlio sulla felicità e quindi ben sapevo in che genere di libro mi sarei, di lì a subito, lasciata coinvolgere.
Iniziarlo e terminarlo è stato un tutt’uno, si tratta di una lettura veloce e scorrevole, senza intoppi, problemi o arzigogoli letterari.
Sergio Bambarén, scrittore contemporaneo peruviano naturalizzato australiano, è da sempre sensibile alla salvaguardia della natura e alla bellezza che lo circonda, specialmente quella marina.
Il fiume di Cristallo. Crystal River.
Se potessi sentire ciò che vedo. Se potessi vedere ciò che sento.
Questo breve libro è uno dei viaggi esperienziali vissuti da Sergio Bambarén, che per osmosi, se letto con cuore aperto, può diventare anche di chi lo legge.
Giunto sulle sponde del Crystal River, in Florida, dopo aver letto un cartello che pubblicizzava l’attrattiva del piccolo e sperduto villaggio in cui si era ritrovato, l’autore decide di sostare per vivere quella che poi si sarebbe rivelata un’esperienza fatta da attimi che si tatuano sottopelle, vicino al cuore.
“Il significato della vita è un’esperienza, non un concetto, e non lo si può fermare nel tempo.”
Si tratta di poche pagine, se vi raccontassi particolari della trama, vi rovinerei il gusto della lettura, posso però dirvi che leggendolo mi sono immersa dentro una bolla di acqua trasparente e tiepida.
Mi sono sentita immersa in una natura pacifica e rispettosa… affettuosa persino!
Attraverso queste pagine ho conosciuto mammiferi ingombranti, lamantini, che anziché muovere velocemente le pinne ferendomi, mi sfioravano le guance con baffi curiosi di conoscermi.
Ho chiuso gli occhi e guardato; ho tappato le orecchie e ascoltato.
Il corpo è un limite? L’età lo è? Il linguaggio? Il cuore quante lingue conosce? Quanti fonemi? Sappiamo davvero, noi bipedi benpensanti, qual è il vero modo per diventare ricchi?
“Perché il giorno in cui ho deciso di vivere la vita che ero destinato a vivere, e di scoprire con i miei occhi un mondo più grande, invece di rimanere nel piccolo universo che la mia mente poteva comprendere per intero, ho iniziato a provare meraviglia per tutto ciò che mi circondava. Così ho scoperto il significato e il vero scopo della mia esistenza.”
Non un librone voluminoso, non una trama a scacchiera… il battito del mio cuore ha rallentato, leggendo di pace, armonia e amicizie nate da affinità elettive tra mammiferi d’acqua e mammiferi di terra.
Molti criticano, di Bambarén, il suo essere retorico, al limite dello stucchevole… dicono.
Io non penso che parlare di buoni sentimenti debba necessariamente far venire il latte alle ginocchia o la nausea da abuso dolciario.
Non lo penso affatto!
Viviamo in mondo che gira sempre più vorticosamente attorno a se stesso.
Attraverso occhi che non trovano il tempo di soffermarsi su un fiore che sboccia o su una nuvola che cambia colore assecondando il sole che tramonta, essere propulsore di riflessioni sulla beltà che ci circonda, è davvero tanto criticabile?
Offrire similitudini tra le onde del mare e la nostra introversione, può realmente tediare tanto?
Farci riflettere, qualora servisse, su quanto impatto abbiamo nella vita di chi con noi condivide il nostro pianeta, è importante e se a farlo è uno scrittore non saccente o giudicante ecco che, a mio umile parere, scatta la magia e un breve romanzo come questo può trasformarsi in intensa poesia.
E la poesia è musica, la musica suona libera nell’aria e l’aria è ciò che respiriamo.
I problemi del vivere quotidiano esistevano ieri, esistono oggi ed esisteranno domani.
Non sto elogiando questo libro per far diventare il mondo tutto fiori e cuoricini, no!
Lo sto facendo perché capire qual è il perno su cui ruotiamo, può essere più potente della benzodiazepina.
Serve il tempo di un respiro, per continuare a vivere con consapevolezza.
Serve saperselo concedere, questo frammento di serenità.
“Gli amici hanno bisogno l’uno dell’altro proprio come un fiore ha bisogno della pioggia per aprirsi e mostrare a pieno la sua bellezza. L’amicizia dovrebbe essere una preziosa carezza di cui non puoi fare a meno.”
Trovate il tempo per vedere ciò che udite, per ascoltare ciò che vedete.
Trovate il tempo per la semplicità e per ammirare la vita.
Lisa.
Sinossi:
Un gruppo di lamantini, enormi e mansuete creature marine, si rifugia nelle tiepide acque del Crystal River, in Florida, per trascorrere l’inverno.
In quel piccolo angolo di paradiso hanno trovato il loro habitat ideale: possono nutrirsi in abbondanza nei rigogliosi pascoli sommersi, riposare indisturbati e, di tanto in tanto, divertirsi a nuotare con qualche turista curioso.
Finché un giorno per una mamma e il suo cucciolo l’idillio si infrange: lo scontro con l’elica di una barca a motore spezza la vita della gigantessa gentile e lascia il piccolo gravemente ferito.
Abbandonato a se stesso, il lamantino galleggia sulla superficie, destinato a morire.
Ma un ragazzino che sta solcando il fiume con la sua canoa lo vede.
Non sa che cosa fare, ha paura, però la voce del suo cuore gli dice che deve soccorrerlo.
Così, porta a riva il cucciolo e, con l’aiuto del nonno, che gli ha trasmesso l’amore per la Natura.
Si prende cura di lui, fino a restituirlo sano e salvo al fiume di cristallo, la grande distesa trasparente dove ci si specchia per conoscere più a fondo la propria anima.
Da quel giorno il lamantino sfortunato e il ragazzino coraggioso saranno uniti da un legame indissolubile.
Titolo: Il fiume di Cristallo
Autore: Sergio Bambarén
Editore: Sperling & Kupfer (23 giugno 2009)
Pagine: 166
Traduzione: Alice Caminotti
Illustrazioni: Oscar Astromujoff
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