“In morte di un’amica” di Emma Fenu
Lettere al Femminile
La conoscevamo bene la canzone di Guccini, e la cantavamo in spiaggia o nei boschi, sotto le stelle, con la stessa uniforme e la stessa gioia e incoscienza dell’età. Le prime volte dopo l’infanzia, quando ci sentivamo grandi e potenti e a volte ancora piccole e incerte. Noi che saremo state donne negli anni 2000. Noi così diverse in tutto e così incompatibili: per questo ti ho lasciata andare o ho preso io un’altra strada.
E siamo cresciute.
Molte volte ho pensato che mi sarebbe piaciuto contattarti su Messenger e dirti: ora capisco tutto, la vita mi ha forgiata per accogliere e tutto di te e della tua storia mi è chiaro. Avremo potuto incontrarci di nuovo, in strade di boschi metaforici, e cantare vecchie e nuove canzoni. Raccontarci anni, giorni, minuti ed accorgersi insieme che sono nulla quando si comprimono in un abbraccio.
Questo dicembre ti ha portato via prima del Natale e nella tua foto diffusa sul web mi meraviglio nel vederti così bella, come allora, con le labbra carnose e gli occhi bistrati di blu. Lo sguardo è diverso, come lo è il mio. Spero che ora tu possa vedere tutto ciò che per noi è nella nebbia e tenderci la mano.
La tua Emma ancora bambina
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