“Caro vecchietto” di Loredana Cuccu
Lettere al Femminile
Caro vecchietto,
mi piace pensare che sotto a quella candida barba e a quella stretta giacca rossa si nasconda un bambino mai cresciuto.
E allora proprio come quel bambino con cui condividi la magia vorrei che la notte del 24 entrassi dalla finestra socchiusa gettando nell’aria una polvere speciale capace di trasportare me e i miei bambini su un’isola, lontano negli anni ’80.
Facendoci sbirciare attraverso le vetrate della sala per mostrarci nonno che presentava orgoglioso il suo presepe e nonna che in cucina mescolava il suo risotto al profumo di cannella raccontandoci i giochi che facevano da piccoli e permettendoci di usare quella piccola trottola che prometteva ricchi premi a base di noci e mandaranci.
Facendoci sedere attorno a un tavolo ogni anno più lungo riscaldati dal calore di un braciere nell’angolo e del nostro stare insieme.
E dopo cena facendo risuonare le note dei canti della tradizione accompagnati dalla chitarra di zio, fedele compagna di tanti ritrovi.
Portandoci qualche anno più tardi a casa di zia che ha raccolto l’eredità.
Facendoci sorridere davanti all’albero allestito qualche minuto prima e alla torta da ultimare tra le chiacchiere di chi si ritrovava davanti al camino.
Facendoci brindare “per la prima volta” e gareggiare per acchiappare le mandorle tostate sparse sul tavolo.
Facendoci rivivere quel momento tanto atteso in cui tutte le luci si spegnevano e occhietti curiosi cercavano di capire perché la porta era bloccata.
Illuminando i nostri sguardi di stupore davanti ai fuochi d’artificio improvvisati e ai regali apparsi dietro a un magico paravento.
Riscaldando il nostro cuore con quel girotondo attorno al tavolo per scambiarsi gli auguri, sguardi e abbracci che provavano a colmare vuoti.
Facendoci sentire l’eco delle nostre risate all’apertura dei regali: distribuzione infinita di doni improbabili, biglietti improvvisati capaci di renderci complici e di farci desiderare quel momento per i futuri 364 giorni, anche quando sorridere sembrava davvero difficile.
Aiutami a riaccendere le luci per un attimo, ad assordare il silenzio e a trasmettere a tutti la magia di cos’era per noi il Natale.
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