L’isola dei femminielli di Aldo Simeone
Recensione di Antonella Spanò
L’isola dei femminielli è un romanzo di Aldo Simeone, edito da Fazi Editore nel 2024, che si basa su personaggi e fatti reali.
Di cosa tratta L’isola dei femminielli?
All’epoca del fascismo, infatti, molti omosessuali furono allontanati dalla propria città e deportati su un isolotto delle isole Tremiti, dove vissero per mesi ammassati in dormitori comuni.
“Ma nel codice penale fascista, il codice Rocco, mancava un reato per imputarli […]
Per punirli, il questore Molina ricorse allora al confino, apposita misura preventiva che non richiedeva né un processo né un capo d’imputazione.
Nel caso dei pederasti, il Ministero introdusse qualche correttivo: un’unica colonia in cui concentrarli, così da impedire la diffusione del contagio; il divieto per loro di affittar casa; il conseguente obbligo di risiedere in appositi dormitori comuni, chiusi dalla sera al mattino.
I cinquanta arrestati furono tutti ritenuti colpevoli di avere «attentato alla moralità pubblica e alla sanità della stirpe»”.
In questo contesto, dove gli uomini sono costretti a una convivenza forzata e dove si sono già generate discussioni, risse, gelosie e relazioni amorose, giunge Aldo, unico toscano tra i numerosi siciliani.
Nonostante le prime difficoltà di integrazione nel gruppo, ostacolate anche dal dialetto, Aldo si adatta alla nuova vita di confinato, seppur non riconosca apertamente la propria omosessualità.
Tuttavia, nonostante l’isolamento dal resto del mondo, la reclusione nei casermoni, le regole, che regolarmente vengono disattese, e il controllo continuo da parte dell’Arma, per la prima volta i confinati provano l’ebbrezza della libertà: possono essere sé stessi, senza essere giudicati contagiosi, guardati con sospetto e additati come se fossero uno scherzo di natura.
Ma poi scoppia la guerra, l’Italia si schiera con l’alleato tedesco e anche gli esiliati sono chiamati alle armi per difendere la Patria. O è soltanto una semplice e buona opportunità per lo Stato fascista di epurare la razza italica dagli omosessuali?
Perché leggere L’isola dei femminielli?
Romanzo molto interessante e sconvolgente, che pone i riflettori su fatti poco conosciuti e ci regala personaggi indimenticabili: denigrati, sofferenti, umiliati e tenuti sotto chiave come bestie.
In nome di cosa?
Aldo Simeone, con stile asciutto ed elaborato, con una ricchezza di dialoghi vividi e cambi di registro linguistico, prova a ridare dignità a chi è stato privato di tutto e poi dimenticato.
Dunque, non dimentichiamo nemmeno noi la Fisichella, la Peppinella, la Francisa, la Picciridda e tutti gli altri che hanno convissuto nei casermoni dell’isola di San Domino.
Leggete questo libro!
“La Storia non è maestra di niente. È raccontarla che insegna qualcosa. Sono i racconti “.
Link d’acquisto
Sinossi
Un libro coraggioso che narra un pezzo dimenticato della storia italiana attraverso singole esperienze di discriminazione e resistenza. Un racconto sui rapporti umani e sul confine, spesso sottile, che separa prigionia e libertà.
«A te non ti fa schifo?».
«Che cosa?».
«Pensare a due maschi insieme».
«E noi cosa siamo, scusa?».
Settembre 1939.