La madre perfetta – di Aimee Molloy
recensione di Emma Fenu
La madre perfetta è un romanzo thriller scritto da Aimee Molloy e edito da Giunti nel 2018.
Hanno concepito durante gli stessi giorni e si sono conosciute su un sito per neogenitori.
Hanno condiviso gli ultimi mesi di gravidanza, il parto, l’allattamento, le notti insonni fra ninna nanne e coliche, il programma dietetico per perdere peso.
Hanno scelto lo stesso albero sotto il quale incontrarsi, sedute su una coperta a sorseggiare vino e a gustare muffin, in una calda estate di Brooklyn.
Sono le May Mothers, le Madri di maggio, mese in cui hanno dato alla luce la propria creatura e se stesse, le nuove sè, investite del ruolo materno.
Il 4 luglio decidono di regalarsi una serata fra amiche, presso un locale. Alcune aderiscono, lasciando il proprio neonato al padre, ma Winnie non ha un compagno e, su suggerimento di Nell, affida il piccolo Midas alle cure di una babysitter.
E, quella maledetta sera, il bambino scompare.
Gli inquirenti indagano, i media processano e l’opinione pubblica si divide mentre trascorrono i giorni alla ricerca del colpevole e di Midas. O del suo corpicino.
La madre perfetta è un thriller intenso, con continui cambi di voce narrante e di scena e un climax di colpi di scena, ma è anche una riflessione coraggiosa sullo stereotipo della maternità.
Le donne protagoniste del romanzo non sono perfette. Neppure quelle che lo sembrano.
Nascondono un passato di segreti e traumi, sono dilaniate dai sensi di colpa.
Hanno il dovere di tornare a lavoro subito dopo il parto, in uno stato in cui la maternità non è retribuita, e di essere perfomanti, belle, dolci e felici.
Hanno il dovere di occuparsi dei propri figli senza incertezze, di produrre latte a sufficienza, di non deludere i capi e di riprendere una vita sessuale appagante per il proprio compagno.
E, se si concedono un drink di troppo, allora sono cattive madri. E potenziali Medea, tutte, perchè tutte non sono perfette, perchè tutte sono Donne.
Alle Donne, infatti, si chiede da millenni di essere madri, ossia ventri accoglienti in cui fugare le paure di contingenza, seni colmi dai quali nutrirsi di speranze, braccia forti e delicate in cui scoprisi bambini e uomini.
E se la Storia si trasforma in una fiaba nera, non hai scelta: o sei vittima o sei strega; o i bambini li culli o li mangi.
Link d’acquisto
Sinossi
Un thriller che seziona in modo spietato tutte le paure e le contraddizioni della maternità. Perché ogni madre ha i suoi segreti. E ogni donna il suo lato oscuro.
Si chiamano “May Mothers”, perché tutte hanno avuto un figlio nel mese di maggio.
Ogni settimana si incontrano in un parco a Brooklyn con carrozzine e biberon al seguito, per scambiarsi consigli e confidenze: Francie, ansiosa e zelante; Colette, dalla vita insopportabilmente perfetta; Nell, manager in carriera incline a qualche drink di troppo; e infine Winnie, sensuale e misteriosa, l’unica madre single del gruppo.
Nel tentativo di staccare dalla sfiancante routine, Nell convince Winnie ad affidare per una sera il piccolo Midas a una babysitter di fiducia e a raggiungere le amiche in un locale alla moda.
È il 4 luglio, fa un caldo infernale, il pub è affollato e scorrono fiumi di alcol. Ma qualcosa va terribilmente storto.
Quando la babysitter chiama piangendo, per le giovani madri è l’inizio di un incubo: il bambino di Winnie è scomparso dalla culla, qualcuno si è introdotto in casa e l’ha rapito. E nel frattempo di Winnie si è persa ogni traccia: si è forse allontanata con quel bel ragazzo che le stava offrendo da bere? O c’è dell’altro dietro il suo strano comportamento?