La custode dei profumi perduti – di Fiona Valpy

Recensione di Serena Savarelli

profumi perduti

La custode dei profumi perduti è un romanzo di Fiona Valpy edito da Newton Compton nel 2019.

 

“Per un momento, non capisco dove mi trovo. Il sole del primo mattino arriva coi suoi raggi obliqui sul cuscino, infiltrandosi dalle persiane; e le mie gambe, che dovrebbero essere vincolate dallo stretto sacco a pelo, scivolano libere sulle lenzuola lisce.

E poi ricordo: allora lo Château Bellevue e i suoi proprietari non sono stati soltanto un sogno che si è originato durante la notte, mentre dormivo così magnificamente come non mi succedeva da anni.”

La custode dei profumi perduti è un affascinante romanzo, costruito come uno scrigno, rappresentato da un castello della campagna francese. Al suo interno convivono le storie di due donne coraggiose: Abi ed Eliane. Ognuna di loro è guerriera in mezzo alla propria guerra.

Abi si perde in Francia, durante un ritiro di yoga e viene salvata dall’imminente temporale da Sara Cortini che la conduce allo Château Bellevue, dove risiede e lavora con il compagno.

Le persone credono che alcuni incontri siano casuali, ma nella vita di alcune di queste, perdere la via significa rinascere altrove. Abi trova un luogo che la fa sentire immediatamente accolta e importante, di aiuto nel momento più giusto. Era da tanto tempo che non provava più emozioni. Sentire è la riprova che il suo processo di guarigione sta andando avanti.

“Stai calma”, mi dico. Cerca di non perdere il controllo: ecco il segreto. Non lasciarti sopraffare dai ricordi. Datti tempo, è quello che dicono tutti.”

La storia di Abi, lungo le pagine del romanzo, si allaccia immediatamente a quella di Eliane. È Sara che le racconta le vicende di quel luogo e delle famiglie che lo hanno caratterizzato.

Dal 2017 il lettore verrà catapultato nel 1938, quando lo Château Bellevue era il luogo di lavoro di Eliane e teatro di numerose vicissitudini.

In quel tempo il popolo tentava in ogni modo di sopravvivere e contrastare la guerra. Eliane era la custode delle api. Come loro è costretta presto a danzare nella natura, prendersi il rischio dei suoi movimenti, simbolo di ribellione e resistenza.

“Aveva notato che la ragazza aveva un tocco magico con la natura: persuadeva le api a produrre quantità generose di miele, nonché compiva miracoli nell’orto con le erbe aromatiche e le aiuole ben curate.”

Miele e aromi. Profumi e stagioni che si rincorrono tra passato e presente. Due donne apparentemente così diverse tra loro, guidate da una forza invisibile che fa risalire entrambe verso il loro potenziale.

Abi è sola con il ricordo della madre alcolizzata di cui si era presa cura fin da bambina e ancora attanagliata al suo passato doloroso che è stato capace di annientarla fino quasi alla morte.

Eliane, figlia di Lisette, la levatrice del piccolo villaggio di Coulliac, e Gustave proprietario del mulino che distribuiva a tutti la miglior farina, è una grande lavoratrice.

Due vite segnate dall’inevitabile.

Abi soffre ancora di attacchi d’ansia e insonnia e convive con la sua incapacità cronica a mandare avanti la propria vita. Eliane, con la sua bontà e dolcezza, sa che in guerra può succedere di perdere l’amore, ma non avrebbe mai perso il profumo che impregnava la sua pelle, i suoi capelli e persino il suo cuore.

Lo Château Bellevue accoglie entrambe e le protegge, custodendole tra i profumi della natura circostante e il rumore costante del fiume che un tempo faceva girare la ruota del mulino.

Mentre, tra i soldati tedeschi e le svastiche sollevate, Eliane continua a vedere sotto la superficie, leggere i pensieri e i sentimenti più intimi della gente, Abi scopre, per la prima volta, che guardando, sotto quella superficie, è possibile scoprire la storia segreta dei luoghi e delle persone.

“Buffo, vero? Le diverse strade che ci conducono qui da situazioni e posti così differenti”. Sara ha sorriso. “Sai, Abi, tutti ci portiamo dietro il nostro bagaglio. Forse è proprio quello che abbiamo in comune, noi esseri umani; forse è ciò che ci lega. Quando conoscerai un po’ più a fondo questo posto, inizierai a capirlo”. I suoi occhi erano pozze scure, molto profonde.
“Quest’angolo di mondo ha qualcosa di speciale: ha attirato la gente nel corso dei secoli. Non soltanto i turisti e i partecipanti a ritiri di yoga, ma anche i pellegrini e altri ancora. Gli abitanti del posto sostengono che ci sono tre linee energetiche molto antiche che convergono qui: le ley lines, o vene del drago, veri e propri flussi energetici simili a fiumi.”

Le ferite hanno bisogno di energia per guarire e poter essere portate alla luce. Abi, ripercorrendo i ricordi del passato, in quel paesaggio d’incanto, si rende conto che i segni, suo marito glieli aveva già dati, ancor prima del viaggio di nozze.

Era stata lei a non prenderli in considerazione, finendo per ritrovarsi imbrigliata nella ragnatela che lui, Zac, stava tessendo intorno a quella moglie che riteneva perfetta, solo nel suo immaginario malato. Abi aveva scambiato quella rete di controllo per amore perdendo, pian piano, la sua identità.
Nel 1938 stava scoppiando la guerra, che avrebbe messo a dura prova Eliane e tutti i suoi cari, costretti a confrontarsi con la fuga, la morte, la resistenza, senza mai perdere il profumo della solidarietà che li teneva uniti con amore e coraggio. Nel 2007, Abi combatteva, inconsapevolmente,
un’altra battaglia per conquistare la sua libertà.

“Io la conosco bene l’inerzia che si genera quando si vive in una perenne condizione di paura. È qualcosa che ti toglie le forze e risucchia ogni energia, finché non sei in trappola come una mosca nella tela del ragno. A quel punto più provi a ribellarti, più quei fili di seta ti si stringono addosso, e la fuga diventa impossibile.”

Quando Sara trova Abi, lungo la strada, incontra una donna che si stava, lentamente, riprendendo dalla caduta nell’abisso del nulla. Anche Eliane aveva toccato più volte il baratro senza speranza, ma aveva anche ricevuto tante prove che, nel bel mezzo della guerra, tra odio e paura, era sempre
possibile ritrovare l’amore.

Abi ed Eliane: donne coraggiose con resilienza nel loro spirito umano, protagoniste dei loro rispettivi atti di Resistenza. Loro fanno l’unica cosa davvero indispensabile: restare in piedi e custodire il coraggio.

Così facendo Abi ed Eliane possono conoscersi davvero. Guardarsi negli occhi, ringraziarsi a vicenda per quello scambio di determinazione e forza che filtra da una all’altra, mentre Eliane tiene tra le mani il simbolo della sua resistenza: un foulard di seta rosso, liso come una fragile reliquia.

“La pioggia diventa un ruggito sul tetto. Mentre mi lascio andare tra sogno e veglia, Eliane si materializza nella mia mente.

“La scelta spetta a te, Abi.”, mi dice. “Il mondo è lì fuori che ti aspetta, appena sarai pronta. Sei più forte di quanto credi”.

Sorride mentre sparisce, lasciandosi dietro un lieve odore di cera d’api e lavanda.”

Grazie alla storia di Eliane e ai suoi profumi perduti, la scintilla, luce spenta dentro Abi, divampa ancora, inaspettatamente, perché non esiste nessuna guerra capace di annientare definitivamente la sostanza che ci rende ciò che siamo.
Quando il cuore torna a battere, il corpo riesce a chiudere le sue ferite e convivere con le cicatrici. E ciò serve per guarire, ma anche per crescere.

Nella nota dell’autrice, Fiona Valpy rivela che La custode dei profumi perduti nasce da un altro suo libro, The French for Always, che narra la storia dei primi giorni di Sara allo Château Bellevue. In quel romanzo ci sono diversi accenni alla storia di Eliane negli anni della guerra. La voglia dei lettori di scoprire qualcosa in più su questo personaggio, ha spinto Fiona a regalar loro un altro emozionante capolavoro, intriso di reali avvenimenti storici.

La custode dei profumi perduti è un romanzo che si legge senza aver mai voglia di chiudere le pagine. La narrazione è capace di evocare i luoghi e i loro profumi, mentre le emozioni delle due protagoniste femminili pervadono il lettore, portandolo a riflettere sulle potenzialità delle donne, in circostanze reali come la guerra e la violenza maschile.

Nonostante la drammaticità di alcune scene, il finale lascia un retrogusto dolce come il miele della campagna francese di Coulliac. Il ritmo delle stagioni che regolano le vicissitudini e i colpi di scena, gli improvvisi temporali o lo scorrere impetuoso del fiume circondano la storia come perfette metafore dello stato d’animo di ogni personaggio.

Lo Château Bellevue, invece, troneggia nel suo promontorio a ricordare che un cuore infranto può sempre rinascere.

Link d’acquisto

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Sinossi

Sperando che un nuovo inizio possa essere la cura per il suo cuore spezzato, Abi Howes decide di accettare un lavoro estivo nella campagna francese. Non appena raggiunge il meraviglioso castello di Bellevue, è subito rapita dal fascino antico di quella dimora e dai segreti che custodisce. E ben presto, complici gli echi del passato, Abi scopre una storia straordinaria, che avrà il potere di sconvolgere i piani della sua estate e, forse, della sua stessa vita.

Era il 1938 quando Eliane Martin si prendeva cura degli alveari nel giardino del castello di Bellevue. Incontrò Mathieu Dubosq mentre vendeva il miele al mercato e se ne innamorò perdutamente. Sembrava che niente potesse scalfire la loro felicità, invece le ombre della guerra si allungarono fino ai confini francesi.

Nel caos generato dall’occupazione tedesca, Eliane e Mathieu vennero divisi e lei prese una decisione che avrebbe potuto costarle la vita: si unì alla Resistenza e combatté per la libertà della Francia.

Ma la strada verso la liberazione fu lunga e, nei momenti più bui, il suo amore per Mathieu venne messo a dura prova.

Può una storia che arriva dal passato coinvolgere a tal punto chi la rivive? La vicenda di Eliane riuscirà a risvegliare il coraggio e la determinazione di cui Abi ha bisogno?

 

Titolo: La custode dei profumi perduti
Autore: Fiona Valpy
Edizione: Newton Compton, 2019