Anna dei Miracoli di Ana Juan
Voce alle Donne
recensione di Emma Fenu
Anna dei Miracoli è un libro scritto e illustrato da Ana Juan e edito da #logosedizioni nel 2019.
Di cosa tratta Anna dei Miracoli?
Ricordo questa storia con esattezza perchè ne vidi il film, datato 1962, molti anni dopo, quando io ero una bambina. Ne restai affascinata e ne reiterai la visione, come sono soliti fare i piccoli, non per difetto, ma per eccesso di attenzione al dettaglio.
Ed è in compagnia della bambina che fui che mi sono immersa nelle parole e nelle immagini di Ana Juan.
Alabama, 1882.
Helen è una bambina cieca e sorda a causa di una malattia contratta al compimento dei due anni. Questo buio di luci e per sinestesia di suoni, e sempre buio userò per indicare anche il furto dell’udito, chiude la piccola in un mondo lontano e inaccessibile ai genitori che la amano.
Di troppo amore ci si ammala: Helen regredisce allo stato di una cucciola selvaggia incapace di manifestare e percepire emozioni se non la rabbia oscura e cieca, quella è l’occhio trafitto che le fa sanguinare l’anima in una solitudine incontrollabile, in balia di tutto e nulla, senza sapere chi essa sia e dove sia.
Conosce l’abbraccio della madre, ma come può bastarle?
Ana Juan usa un espediente iconografico molto significativo: cinge la testa di Helen, all’altezza degli occhi, di una coroncina di farfalle nere. Ali e zampe a prendere possesso di vita, luce, aria, che sembrano oscure presenze o spine di martirio per l’agnello immolato.
Sono, invece, simbolo di rinascita: in molte culture rappresentano le delle anime dei morti; le farfalle danzano sul muro davanti alla caverna platonica, su quel confine antico fra uomini e spiriti e dei.
Per occuparsi della bambina viene chiamata una donna a sua volta con problemi di vista a causa di un tracoma, che si era sottoposta a molteplici interventi chirurgici e aveva appreso l’alfabeto manuale, tecnica comunicativa che vuole insegnare ad Helen.
La bambina le è fortemente ostile al punto che solo confinandosi in una casa nel bosco, dove nelle fiabe avvengono le iniziazioni e i passaggi, Anna, che non si arrende e conosce i danni del troppo amore, lotterà con Helen affinché mangi seduta, usi le posate, si mantenga pulita e soprattutto impari.
E il miracolo avviene.
Ai genitori basterebbe avere una bambina gestibile da abbracciare, ma il seme è fiorito nel giallo e del giglio, offrendo petali di velluto per farfalle nere.
La piccola fa cadere e rompe una brocca e, essendo costretta da Anne ad andare a riempirla, scoprirà la prima associazione fra la computazione di A C Q U A e il suo significato.
Basta una goccia per il mare.
Ora tutto ha un nome, ora tutto è conoscibile, ora la luce è entrata nel buio; è la luce della conoscenza che libera dalle catene dell’ombra per portare nell’iperuranio delle idee, delle essenze, della luce purissima che conduce alla pienezza del vivere.
Perché leggere Anna dei Miracoli?
Anna dei Miracoli è un capolavoro di bellezza e simbologia che racconta fatti realmente accaduti, che sono approfonditi nell’epilogo del testo in modo preciso, ma soprattutto ci racconta una rinascita, un nuovo venire alla luce e dare la luce, proprio come in un parto o in una illuminazione filosofica.
E la luce fu.
Il divino è in me. In noi.
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Sinossi
All’alba del secondo compleanno di Helen, centinaia di farfalle nere entrano da uno squarcio nel velo che protegge la sua culla e, cingendole occhi e orecchie, la sprofondano nell’oscurità e le impediscono, con il battito delle loro ali, di sentire le voci amate.
La bambina cresce come un essere selvaggio e capriccioso, chiuso nel suo mondo, e rifiuta l’affetto dei genitori che infine, disperati, cercano qualcuno che li aiuti a educarla.
Così dal nord arriva un’insegnante di nome Anna che, grazie alla sua competenza e forza d’animo, riesce a strappare Helen al suo mondo di tenebra, trovando un modo per comunicare con lei: l’alfabeto manuale, che consiste nel formare le lettere con le dita sul palmo della mano dell’altro.
Così Helen impara a poco a poco i nomi delle cose e da quel momento la sua vita cambia radicalmente. È rivisitando nel suo personalissimo stile la classica dicotomia tra buio e luce che Ana Juan racconta la storia di Helen Keller e Anne Sullivan, nota ai più soprattutto grazie al film «The Miracle Worker» (USA, 1962), approdato in Italia proprio con il titolo «Anna dei Miracoli».
Attraverso un uso sapiente del chiaroscuro e l’alternanza tra il luminoso giallo dorato e i neri e i grigi del carboncino, l’autrice ricrea la lotta che Helen e quella che lei chiama la sua “fata madrina” compiono insieme per uscire dal buio incontro alla luce.
Età di lettura: da 5 anni.
Titolo: Anna dei Miracoli
Autore: Ana Juan
Edizione: #logosedizioni, 2019