Una minima infelicità di Carmen Verde

Voce alle Donne

recensione di Emma Fenu

 

 

 

uNA MINIMA INFELICITà

Una minima infelicità è un romanzo di Carmen Verde edito da Neri Pozza nel 2022.

Di cosa tratta Una minima infelicità?

Un uomo e una donna: Antonio Baldini, commerciante di stoffe, che porta avanti un’attività familiare, e Sofia Vivier, bella e inquieta, figlia di un professore e di una pazza.

 Annetta, la loro figlia troppo piccola, troppo minuta, troppo bassa.

E Clara Bigi, che passa lo straccio sporco, ruba i foulard di Sofia e detta legge, perché nessuno ribatte. Nessuno vuole essere felice.

In questa storia accadono tanti piccoli eventi, che coprono spazi minimi, che rientrano nel perimetro di una fotografia sbiadita.

Anche i ricordi sono brevi, attimi di parole, clessidre di silenzi.

Sofia che cerca la felicità prima nel sesso poi nell’alcol. Cerca senza bussola.

Annetta non cresce in statura e desideri, ma si limita, si chiude, si restringe, si annulla.

 

Perché leggere Una minima infelicità?

Una minima infelicità è un romanzo breve, che attraversa vite in righe, in parole, in lettere, in segni di interpunzione. E affascina, incanta, trascina nella vertigine della follia, del disamore, del niente sul niente.

Una storia familiare, un romanzo di formazione, un flusso di coscienza che pesano come un macigno, si allungano come un brodo di acqua rancida, crescono come un insetto che si nutre nel buio del nulla.

Si può essere piccole e enormi, se si è amate.

Ma se tua madre posa lo sguardo oltre la tua testa, non ti resta che rimpicciolire, fino a sparire fra i morti, spettro ancora viva, ricordo ancora presente, urlo muto di infelicità minuta, come rugiada su una rosa assetata.

 

 

Link d’acquisto

https://www.ibs.it/minima-infelicita-libro-carmen-verde/e/9788854524965

Sinossi

Una minima infelicità è un romanzo vertiginoso.

Una nave in bottiglia che non si può smettere di ammirare.

Annetta racconta la sua vita vissuta all’ombra della madre, Sofia Vivier. Bella, inquieta, elegante, Sofia si vergogna del corpo della figlia perché è scandalosamente minuto. Una petite che non cresce, che resta alta come una bambina.

Chiusa nel sacrario della sua casa, Annetta fugge la rozzezza del mondo di fuori, rispetto al quale si sente inadeguata. A sua insaputa, però, il declino lavora in segreto.

È l’arrivo di Clara Bigi, una domestica crudele, capace di imporle regole rigide e insensate, a introdurre il primo elemento di discontinuità nella vita familiare. Il padre, Antonio Baldini, ricco commerciante di tessuti, cede a quella donna il controllo della sua vita domestica.

Clara Bigi diventa cosí il guardiano di Annetta, arrivando a sorvegliarne anche le letture.

La morte improvvisa del padre è per Annetta l’approdo brusco all’età adulta. Dimentica di sé, decide di rivolgere le sue cure soltanto alla madre, fino ad accudirne la bellezza sfiorita.

Allenata dal suo stesso corpo alla rinuncia, coltiva con ostinazione il suo istinto alla diminuzione.

Ogni pagina di questo romanzo ci mostra cosa significhi davvero saper narrare utilizzando una lingua magnifica che ci ipnotizza, ci costringe ad arrivare all’ultima pagina, come un naufragio desiderato.

Questo libro è il miracolo di una scrittrice che segna un nuovo confine nella narrativa di questi anni.

 

 

Titolo: Una minima infelicità
Autore: Carmen Verde
Edizione: Neri Pozza, 2022