Quaderno ideale di Brenda Lozano
Voce alle Donne
recensione di Emma Fenu
Quaderno ideale è un romanzo di Brenda Lozano edito da Alter Ego nel 2022.
“Come le foglie si stringono agli alberi
Oh, tesoro mio, stringiti a me
Perché siamo come creature nel vento, e folle è il vento,
Folle è il vento”Wild is the Wind, David Bowie
Di cosa tratta Quaderno ideale?
Città del Messico.
La protagonista è reduce da un incidente stradale in cui ha rischiato di morire e conduce una vita nell’attesa.
Attesa in ambulatori, aeroporti, per questioni di lavoro, e soprattutto nella solitudine di una casa, interrotta solo dalla presenza del gatto Telemaco, casa che divide con il suo compagno, recatosi in Spagna per un tempo imprecisato, in seguito alla dipartita della madre.
Il nome del gatto è un indizio che non vi sarà sfuggito: questa è la storia di una moderna Penelope che non si chiude in un’isola e in un palazzo a tessere fili, ma di una donna che comunque intreccia una trama di pensieri, ricordi, anedotti, riflessioni filosiche, melodie, citazioni implicite e esplicite e aforismi su un quaderno ideale, una sorta di Moleskine messicana difficile da reperire.
Del resto, molti sono i modi di viaggiare. Lo si può fare con un foglio e una penna o con un libro. Lo si puà fare intorno al globo o nell’abisso di se stessi. Resta da domandarsi se un viaggio allontana o avvicina e se le scale scendono o salgono: due questioni che si ripeteranno come un mantra nel testo.
Al suo amato regala un quaderno ideale identico: cosa c’è di più intimo che condividere la quotidianità dei giorni con chi è lontano? Non sono le voci e l’inchiostro a generare legami e a conoscersi e disconoscersi?
“Cambiare. Disconoscersi è più importante che conoscersi.”
Il quaderno ideale è una raccolta epistolare, frammentaria e sconnessa,rivolta in primis a se stessi per testimoniare la propria metamorfosi in animali o in storie, attraverso le parole che si rincorrono in voli di rondini in coppia, per poi comprendere che non siamo solo a noi a cambiare, ma è la storia, ossia la vita, dove sono le domande a librarsi nell’etere del tempo.
Un misterioso personaggio compare nel libro: un nano dal viso sorridente, forse metafora di un’altra prospettiva, in cui il mondo ha dimensioni divese. Un uomo che ha imparato a nuotare in diagonale per avanzare fra i flutti, per non restare fermo ad attendere persone e cose e a chiedersi dove è finito Godot che ha eluso l’appuntamento.
“Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume. Perché il fiume scorre di continuo e anche noi cambiamo di continuo.” Eraclito
Ed è questa la rivelazione: panta rei. Il vento è folle e selvaggio, tutto si trasforma, le persone imparano a non essere quello che credono, ma le storie fanno la Storia, le stesse scale che scendono, possono essere percorse all’inverso, ci si può allontanare e avvicinare al contempo, perchè i paradossi sono itinerari ideali. E le idee, e talvolta gli ideali, cambiando accezioni del termine, sono il motore di ogni vita.
Perché leggere Quaderno ideale?
Quaderno ideale è un libro originale, geniale, che si ama o si odia.
Bisogna essere disposti a mille morsi di Madaleine e a scorgere Pessoa al banco del mercato di frutta e verdura, e acciuffare i riferimenti a Omero, Ovidio, Kafka, Cervantes, Wilde, Borges, Beckett, Calvino. E, forse, altri ancora.
Ma se fosse solo una storia, una TRAMA, un ordito, un flusso di pensieri, una metafora dell’attesa di ogni sole e di ogni luna sarebbe comunque uno spunto di riflessione: sei Penelope o Ulisse? Sali o scendi? Nuoti o stai fermo?
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Sinossi
Reduce da un incidente, la narratrice di Quaderno ideale si ritrova in sale d’attesa di aeroporti, ambulatori medici e, soprattutto, a casa, ad aspettare il ritorno del fidanzato recatosi in Spagna dopo la morte della madre.
Una storia d’amore raccontata dalla prospettiva di una Penelope contemporanea che, invece di tessere e disfare la tela, scrive e cancella i propri pensieri su un taccuino “ideale”.
Divertenti e stimolanti allo stesso tempo, le sue considerazioni spaziano dalle preferenze in fatto di cancelleria alle diverse scale su cui si vive la vita, mentre un cast di personaggi improbabili attraversa le pagine, da Proust a un nano misterioso, da un gatto sognatore a David Bowie che canta “Wild is the Wind”.
Scritto con uno stile sicuro e irriverente, è il diario di un’assenza in cui le osservazioni più minute o stravaganti aprono universi.
Combinando frammenti aforistici con una narrazione introspettiva, ed evocando Italo Calvino e Fernando Pessoa nella loro giocosità e ironia, questa originale riflessione sulle relazioni, sulla solitudine e sullo scopo della scrittura porta a chiedersi cosa significhi veramente trovare il proprio posto nel mondo.