Cristina Pedrinzani, da Zanzibar per amore e coraggio
Voce alle Donne
intervista a cura di Emma Fenu
Cristina Pedrinzani è una giovane donna dagli occhi azzurri e dalla frangia voluminosa.
Nata in Toscana in una cittadina tra Alpi Apuane e Mar Mediterraneo, Fin da bambina era appassionata di libri e documentari grazie ai quali viaggiava con fantasia in giro per il mondo. Dopo aver conseguito il diploma al liceo linguistico, intraprende la strada della moda che la porta a lavorare in una sartoria e a conseguire il diploma in stilismo di moda.
Nel 2014 la svolta.
Durante un viaggio in Tanzania, Cristina si innamora di questo paese e di un guerriero maasai tanto da lasciare ogni certezza in Italia (un lavoro fisso, una casa da poco comprata e un compagno) per trasferirsi in Africa.
Dopo vari spostamenti tra Tanzania e Italia ora Cristina vive a Zanzibar con il compagno maasai e la figlia Raheli Angela.
Ho il piacere e la voglia di intervistare Cristina da Zanzibar e dalla Tanzania intera. Ho saputo del suo seguitissimo profilo Instagram mentre mi trovavo in vacanza, a pochi metri dal suo negozio: un incontro sfiorato che ci siamo impegnate a far diventare reale nell’irreale dei social, non tattile ma fortemente sentito.
Tanto che ho scelto lei e la sua attività, Miss Zanzibar, come testimonial del Festival itinerante della Letteratura e delle arti, Madre Isola, che parte dalla Sardegna per diramarsi, negli anni in tutto il mondo.
E vedremo le creazioni africane accanto a quelle sarde, in una contaminazione di colori, etnie, musiche, tradizioni. In un ponte di incontro fatto di stoffa, legno, e perline. E di molte storie di ieri e di oggi.
Grazie Cristina per essere nostra ospite.
Chi sei? Chi eri? Cosa ci racconti del tuo percorso di vita?
Grazie dell’invito, cara Emma.
Sono una donna che è rinata grazie all’amore (e quando parlo di amore intento non solo quello verso il mio compagno ma anche quello per me stessa, per la vita e per questo paese) e ha superato i propri limiti, paure e che ha cambiato la propria percezione del mondo e di se stessa.
Mi sono cercata a lungo e quando meno me lo aspettavo mi sono ritrovata nel luogo più impensabile: la Tanzania.
Ho fatto un viaggio non solo fisico ma soprattutto dentro me stessa: ho scavato sotto i tanti strati e maschere sotto cui mi ero nascosta. Ho tolto tutto fino ad arrivare all’essenza. Il mio è ed è stato un percorso di consapevolezza, riscoperta, cambiamento. Mi sono iberata di tante paure, catene e stereotipi.
Posso dire di aver finalmente trovato la mia dimensione e la mia felicità. All’inizio non credevo che sarebbe stato possibile,
ma ho trovato un coraggio dentro di me che non sapevo neppure di avere.
Sicuramente sono felice e serena ma non mi sento arrivata: sono una donna in continua evoluzione e cambiamento. Sono ancora nel pieno del mio cammino di consapevolezza e ogni giorno ho sempre qualcosa di nuovo da imparare.
Cosa non sono più? Una giovane donna insicura e timorosa del mondo, che si lasciava condizionare dagli altri, dalla visione che loro avevano di me .
Ora hai una meravigliosa bimba: come immagini la sua vita fra 15 anni? In che paese?
Tra 15 anni mia figlia avrà 22 anni e la vedo una giovane donna piena di esperienze e bagagli con i quali potrà affrontare il mondo come meglio crede.
Avrà vissuto tra 2 continenti e a contatto con 3 culture totalmente differenti: quella italiana, quella swahili e quella maasai. Parlerà fluentemente tre lingue o forse di più.
Dove saremo o dove avrà scelto di essere lei (sempre che abbia scelto perché non escludo che diventi un’anima vagabonda) nessuno può saperlo ma sono profondamente convinta che non le mancheranno l’amore per la vita, l’empatia e lo spirito di adattamento che l’hanno sempre contraddistinta fin da piccolissima. Vivere in Africa è una sfida continua e sicuramente avrà imparato molte cose.
Come è nata l’idea del tuo progetto imprenditoriale che lega Africa e Italia?
Nel marzo 2021 in piena pandemia io e Mosses, il mio compagno, abbiamo deciso di tornare finalmente in Tanzania. Non avevamo nessun programma preciso è sicuro ma i nostri progetti erano stati rimandati per troppo tempo, così in una settimana abbiamo prenotato un volo di solo andata con l’intenzione di trovare un lavoro e fermarci a Zanzibar.
Il nostro piano però non è andato a buon fine e dopo mesi di ricerche abbiamo deciso di passare al piano b. Ecco che ho tirato fuori il sogno che da troppo tempo avevo lasciato in un cassetto!
Fin da ragazzina sono cresciuta con un amore smisurato verso la moda e le creazioni manuali che poi crescendo si è trasformato in un lavoro (lavoro che purtroppo non rispecchiava le mie aspettative perché a soli vent’anni mi sono ritrovata a lavorare come sarta in una fabbrica tessile con orari e ritmi estenuanti) quindi perché non aprire un’attività artigianale tutta nostra Made in Zanzibar?
Il progetto ha preso vita un pezzo alla volta, all’inizio non ci credevo nemmeno io, non mi sentivo all’altezza delle mie stesse aspettative poi giorno dopo giorno vedevo disegni, tessuti e capi prendere forma dalle mani degli artigiani locali con cui collaboravo! Ed era meraviglioso!
È così che è nato Miss Zanzibar Boutique, il nostro shop a Matemwe, a nord est dell’isola. Siamo nati come un negozio fisico principalmente per turisti poi grazie al mio profilo personale Instagram ho iniziato ad avere sempre più richieste di poter ricevere la nostra merce in Italia o Europa.
Da quel momento abbiamo iniziato a fare qualche spedizione e continuiamo tutt’ora. E seppure la nostra attività (dico nostra perché Mosses oltre ad essere il mio punto di riferimento si occupa anche del negozio fisico) sia molto piccola siamo davvero oddisfatti dei risultati e del grado di soddisfazione dei nostri clienti
Cosa realizzate? Chiedo per i nostri lettori, perché io sono un’affezionata cliente di Cristina, grazie al profilo Instagram Miss Zanzibar.
Creiamo capi ed accessori (ma anche cose per la casa) fatti a mano con i colorati wax, i tessuti in cotone stampato simbolo della cultura africana, i batik, i kanga (pezze di tessuto in cotone usati dalle donne swahili per coprire il capo e il corpo) e i tessuti che tipicamente sono utilizzati dagli uomini maasai (che hanno pattern molto particolari con prevalenza di toni di colore rosso).
Inoltre creiamo gioielli di perline simbolo di questa tribù facendoli realizzare dalle donne maasai che vivono e lavorano qui a Zanzibar, nel nostro villaggio.
Lavoriamo sempre instancabilmente a nuovi prodotti per poter dare ai nostri clienti sempre il meglio e se siete curiosi potete dare un’occhiata alla nostra pagina Instagram digitando il nome del nostro negozio! Miss Zanzibar.
Cosa hai imparato dall’Africa?
Qui a Zanzibar ogni giorno è una scoperta, una lezione, un insegnamento sempre nuovo. Non c’è mai un giorno che sia uguale al precedente ed io ho imparato ad accettare e fronteggiare (o molto più spesso a lasciare andare) i tantissimi problemi che di presentano ogni giorno.
Quando la mancanza d’acqua, quando quella di corrente, quando la casa allagata dalla pioggia (soprattutto ora che siamo nella stagione delle piogge). Insomma, la nostra è una vita semplice ed essenziale mantutt’altro che facile. Infatti vivendo in modo locale (e senza tantissime comodità occidentali come una lavatrice, tv o automobile) dobbiamo affrontare davvero tante sfide quotidiane.
Il segreto è farlo sempre con il sorriso e con la consapevolezza che se una situazione non dipende da noi e non possiamo cambiarla allora è inutile arrabbiarsi perché non cambierà nulla comunque. Come si dice qui “hakuna matata” e se le cose non vanno come vorremmo pazienza!
Vivere in Tanzania mi ha insegnato davvero tantissime cose: la gratitudine, la pazienza, l’accettazione e a guardare tutto con occhi diversi: vedere e riconoscere il bello ovunque.
A celebrare ogni singola cosa, anche insignificante, a godere di ogni momento, a non dare per scontato le piccole cose che spesso nel mondo occidentale ignoriamo quasi totalmente forse perché andiamo sempre troppo di fretta (ad esempio la bellezza di un tramonto, il calore di un sorriso o la gentilezza di un gesto).
Ho imparato a rallentare: godermi di più il percorso a prescindere dalla meta finale.
E soprattutto mi ha insegnato a lasciare andare: cose, sentimenti, pregiudizi, persone e situazioni negative (o che nel tempo non mi calzavano più). Ho capito che ciò di cui abbiamo bisogno è veramente poco. Ma che quel poco ha un valore immenso.
Se oggi sono una persona diversa lo devo a lei: l’Africa.
Grazie infinite a Cristina da Zanzibar.
https://www.facebook.com/MissZanzibarBoutique/