I dieci difetti degli uomini – di Maria Luisa Seconnino
Buonasera signore e signori, oggi vi porto con me a teatro.
Rilassatevi ed immaginate l’atmosfera, quello che vedrete oggi è la rappresentazione di un monologo comico dal titolo “I dieci difetti degli uomini”.
Vi trovate seduti in una piccola sala, di quella dei teatri meno conosciuti, o più all’avanguardia, dove il palco ha una base tondeggiante e bassa, mentre la platea è disposta su gradinate a ventaglio.
Le luci in sala si spengono.
Parte la musica di sottofondo: My Favorite Things, la versione jazz di John Coltrane.
Un fascio di luce gialla calda illumina la parte centrale del palco.
C’è un tavolino tondo, due sedie ed una lampada colorata: tutto in stile liberty.
Dall’ombra arriva l’attrice.
È una donna sui quarant’anni, vestita con pantaloni e maglia nera, ha un trucco minimale e i capelli castani e lisci le sfiorano appena le spalle.
Sorregge con le mani una tazza da tè, in porcellana, e il suo piattino.
Si avvicina al tavolo, poggia la tazza e si siede a una sedia.
Schiena dritta, incrocia le gambe, osserva con un sorriso il pubblico e inizia il suo racconto.
Durante tutto il monologo, la musica scandirà le pause.
Immaginate la melodia più bassa mentre lei vi racconta la sua storia e più alta durante le pause che farà tra un difetto e l’altro.
Ho iniziato con i difetti di mio padre.
Mio padre, al momento della mia nascita, mentre mia madre era in ospedale a partorirmi, era impegnato in una partita di tressette con gli amici.
Stava avendo una mano di carte particolarmente fortunata, io avrei potuto aspettare.
Primo difetto degli uomini: avere il tempismo sbagliato.
L’altro esemplare maschile con cui subito mi sono confrontata è stato mio fratello.
Sempre mia madre, memoria storica di tutti gli aneddoti di famiglia che non dovrebbero mai essere raccontati, mi ha detto che appena mi portarono a casa dalla clinica, mio fratello, più grande di me di
sei anni, iniziò a correre per tutta la casa, gridando: Chicchirichiiii!!!
Gli avevano detto, che se fossi stata maschio, lui non sarebbe più stato il gallo di casa.
Secondo difetto degli uomini: avere paura di perdere la propria virilità.
Il mio rapporto con gli uomini, negli anni dell’adolescenza è stato di odio ed amore.
Io li amavo e loro mi odiavano.
Non ho avuto un rapporto intimo con un uomo, sino a quando durante il primo anno universitario ho
incontrato un ragazzo: Paolo.
Paolo aveva deciso di prendermi in giro perché ero grassa, mi gridava nomignoli imbarazzanti mentre ero nel cortile universitario, me lo ritrovavo in tutte le aule studio che frequentavo, ed ormai era diventato il mio incubo.
Con lui avevo deciso di usare la tattica del camaleonte.
Ogni volta che lo intravedevo in lontananza, mi appiattivo contro una parete e cercavo di mimetizzarmi il più possibile con l’ambiente circostante.
Una volta ho provato persino ad afferrare una mosca con la lingua, ci sono quasi riuscita.
Poi ci incontrammo ad una festa e, signore mie, non so nemmeno io come è successo, ma mi sono ritrovata a baciarlo in una stanza da letto.
Solo in quel momento ho capito che il suo essere cosi irriverente nei miei confronti era stato il modo che aveva scelto per farsi notare.
Terzo difetto degli uomini: sbagliare tecnica di corteggiamento.
Il mio primo vero rapporto sessuale è avvenuto qualche anno dopo, vivevo in uno studentato occupato.
La mia famiglia era disperata e mio padre, molto più lungimirante di mia madre, aveva predetto che
sarei tornata da quell’esperienza con “una pancia davanti”.
Quarto difetto degli uomini: sottovalutare le risorse femminili.
L’uomo di cui mi ero follemente innamorata si chiamava Franco.
Franco era un artista, leggeva libri di poesie, disegnava murales per strada, aveva un aspetto molto sensuale ed un gran bel culo!
La mia prima volta con lui è stata dopo una serata passata a bere birre.
Ubriachi entrambi l’abbiamo fatto.
Non gli avevo detto che era la prima volta per me, suppongo che ne sia accorto, o almeno lo spero per lui.
Quinto difetto degli uomini: non notare i particolari.
La storia d’amore con il mio bell’artista è durata poco, aveva deciso di avere più amicizie di letto, facendomi mettere in coda nella sala d’attesa.
Sesto difetto degli uomini: avere difficoltà con la monogamia.
Ebbi allora una seconda esperienza sessuale, sempre in quello studentato occupato.
Questa volta avevo scelto un ragazzo sloveno, molto alto e davvero premuroso.
Quando facemmo l’amore sentì un dolore incredibile, come se fossi stata sverginata una seconda volta, solo allora ho capito che i peni non hanno tutti le stesse dimensioni e che, per il primo rapporto sessuale, bisogna scegliere un uomo di dimensioni importanti, per avere la certezza di cavarsi il dente una volta sola nella vita.
Settimo difetto degli uomini: pensare che le dimensioni non siano importanti.
Diversi anni dopo ho conosciuto mio marito.
Ci siamo incontrati su un social network.
L’ho abbordato io, ma lui non se né è mai accorto.
Ottavo difetto degli uomini: pensare di avere potere decisionale quando conoscono una donna.
Ci siamo incontrati dal vivo dopo un mese che parlavamo solo tramite messaggi.
È stata subito passione tra di noi, ma avevo una paura terribile che anche lui, dopo una breve relazione, sarebbe sparito nel buco cosmico che accoglie gli uomini del “ti telefonerò domani.”
Nono difetto degli uomini: perdere i numeri di telefono delle donne che si portano a letto.
Invece no, prima che il nostro weekend di conoscenza e sesso sfrenato finisse, mi chiese di essere la sua ragazza.
L’ufficialità e la serietà di quella proposta mi fece pensare, signore mie, che tutto sommato quella
gran culo di cenerentola non era stato un caso isolato.
Ormai sono otto anni che ci conosciamo e ci amiamo come fosse il primo giorno.
Sono otto anni infatti che, prima di fare il bucato, continuo a seguire la scia di calzini usati e lasciati scrupolosamente appallottolati dentro le scarpe.