“La filatura nell’arte”

a cura di Lina Mazzotti

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La filatura è un complesso insieme di operazioni che permette di trasformare una fibra grezza in un filato. I fili devono essere resistenti omogenei e lunghi per potere essere lavorati.
Numerosi reperti archeologici testimoniano come l’uomo Neolitico praticava la filatura e la tessitura con fibre animali e vegetali.

Un’importante invenzione che darà un grande valore all’economia e al commercio del vestiario e agli accessori per la casa, alle vele delle navi. Creando occupazione lavorativa che si è protratta per millenni.

Abbiamo tante testimonianze nell’arte di queste attività immortalandole in varie epoche estendendosi tra dipinti e bassorilievi, alla ceramica, alle vetrate, alle miniature, a modelli in legno, a mosaici, a sculture, a monete e francobolli.

Le più antiche testimonianze sulla filatura sono due bassorilievi risalenti dall’VIII al VI secolo A.C. lastre di pietra con figure femminili con la rocca in mano.

La Filatrice del Louvre è un rilievo eseguito su pietra nera e la presenza di uno schiavo che fa vento alla donna intenta a filare fa pensare che appartenesse all’alta società infatti era considerata un’arte nobile ed un utile passatempo.
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Altre dimostrazioni sono rilevate in vasi greci dal VI al V secolo a C. Interessante il vaso presente al British Museum eseguito dal pittore e vasaio Amasis.
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Nel I e II secolo a Palmira romana il commercio e la produzione dei tessuti erano molto attive con una ricca classe imprenditoriale e di mercanti che facevano costruire grandi tombe con rilievi scultorei che rappresentavano donne vestite sontuosamente con in mano oggetti per la filatura.
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Nel museo del Bardo a Tunisi c’è un grande mosaico, 240 aC. che raffigura le attività che si svolgevano intorno a casa.
L’importanza della pastorizia, della filatura e tessitura della lana per i famosi tappeti tunisini ha fatto sì che la filatrice del Bardo venisse riportata anche su una emissione filatelica.
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Salterio di York,1170(British Library).
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Nelle immagini che raccontano le storie della Genesi la filatura è il lavoro associato ad Eva, così come il lavorare la terra da coltivare lo è ad Adamo.

Così come appare nel Portale di San Petronio a Bologna, eseguito da Jacopo Della Quercia tra la fine del 1300 e gli inizi 1400.
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Giotto a Padova nella cappella degli Scrovegni ha inserito la figura di una filatrice, nell’affresco del trecento “Annuncio di Sant’Anna”.

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Figure femminili intente a filare si ritrovano nei manoscritti miniati come decorazioni nei bordi, altre volte rocca e fuso vengono usati da creature fantastiche o da animali, frutto della fantasia medioevale.

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Nel Duecento in Europa c’è l’apporto della ruota per filare inventata in Oriente; in India si sviluppò un tipo di ruota molto simile, che Gandhi ha innalzato a simbolo di indipendenza e oggi figura in forma stilizzata al centro della bandiera dell’India.

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In Inghilterra nel XIV secolo la filatura diventa il primo mestiere retribuito alle donne, che non si sentono più costrette a sposarsi, il termine inglese ‘spinster’ (filatrice) fu sinonimo di donna non maritata. La ruota era munita di una manovella da girare a mano collegata tramite una cinghia al fuso, la prima faceva girare il secondo.

Nel Quattrocento viene introdotta dalle Fiandre, la ruota per filare azionata a pedale e dotata di bobina e fuso che permette alla fibra di essere filata e avvolta in una sola azione.

Nel Cinquecento e nel Seicento l’industria tessile raggiunge livelli enormi in tutta Europa, in Italia con le Fiandre per i tessuti di lana e lino; Leida celebrata nel dipinto di Isaac Claesz del 1595, è il più importante centro europeo per la produzione di lane pregiate.

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La pittura del Settecento rappresenta la filatura in ambienti raffinati, passatempo per le nobildonne ritratte mentre usano una piccola ruota per filare comodamente ‘fiocchi’ di seta per il filo da ricamo.

Una dea della virtù domestica, Emma Hart, futura lady Hamilton, posa davanti al filatoio per il pittore George Romney nel 1784.
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La manifattura di Pymouth nel 1796 produce la tela per le vele, celebrata su un conio da mezzo penny il quale mostra su un lato il momento della filatura e sull’altro quello della tessitura.

L’Inghilterra preindustriale, realizza nuovi tipi di ruote che funzionano applicando il motore a vapore, aumentando il numero dei fusi che verrà usata fino al Novecento.

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Nell’arte scultoria molte sono le opere importanti. In stile neoclassico il bronzo dello scultore Henry Kirke Brown del 1850.

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Nell’Ottocento ci sono diverse correnti artistiche che rappresentano le filatrici in atteggiamenti differenti.

Nello stile accademico troviamo la Filatrice bretone (1872) di Jules Breton.

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Francois Millet è tra gli esponenti del Realismo, movimento pittorico nato in Francia a metà ‘800 che coglie la realtà sociale del tempo, raffigura il duro lavoro ma con dignità.

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Anche Van Gogh dimostrò grande interesse per i lavoratori del settore tessile, Filatrice, 1889.

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Beatrix Potter, famosa scrittrice ed illustratrice di libri per bambini ha disegnato degli acquarelli con i suoi famosi topolini con rocca e fuso e ruota per filare (1890).

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Louis Toffoli usa tecniche che permettano alla luce di filtrare in un gioco di trasparenze (1976).

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Una donna intenta a filare dell’illustratore moderno Raoul Giordan.

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Ecco alcuni francobolli:

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Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale

http://www.treccani.it/

http://www.arte.rai.it/default.aspx