“Il gatto nell’arte”
a cura di Lina Mazzotti
Il gatto è per l’uomo un animale dal fascino sottile e la sua personalità enigmatica a volte indecifrabile ha ispirato le opere di pittori, scrittori e scultori.
Le sue movenze eleganti e sinuose, lo spirito domestico e selvaggio sono state raffigurate in tante forme artistiche dalla letteratura al cinema e anche nella musica.
Il gatto ha origini africane e si ritiene che sia stato addomesticato intorno al 2000 a.C. nell’antico Egitto, veniva amato per le sue qualità di predatore e la sua presenza amichevole, intorno al 1567 a.C. venne considerato animale sacro nella manifestazione della dea Bast, simbolo della femminilità. Uccidere un gatto era un reato punibile con la morte.
Sono molte le antiche statuette feline ritrovate, alcune erano oggetti votivi altre delle vere e proprie urne per piccole mummie di gatti.
Intorno al 1850 fu scoperto un cimitero che ospitava oltre 3000 mummie feline. La venerazione degli egizi per il gatto fu sfruttata in guerra dai persiani che in battaglia usarono i felini come scudo, con la convinzione che i nemici non avrebbero osato far loro del male.
Nel primo periodo romano e greco, troviamo solo qualche mosaico e affresco pompeiano e insegne di legioni romane. Tale carenza di opere dedicate al felino è per il fatto che veniva considerato utile solo per tenere lontano i topi e non ancora fonte d’ispirazione artistica, non era visto come membro della famiglia, ma come predatore.
Con la fondazione di colonie nella Magna Grecia il gatto ebbe più diffusione in Europa, in Italia si ha un’importante ritrovamento di una serie di monete databili intorno al 500 a.C. in cui sono raffigurati i fondatori delle colonie di Rhegion (Reggio Calabria) e Taras (Taranto) insieme a un gatto. Si narra che i romani lo fecero discendere direttamente dall’Olimpo per servirsi delle abili doti di cacciatore, come appare raffigurato nel mosaico di Pompei nella casa del Fauno.
Con l’avvento del Medioevo il felino fu demonizzato a causa dell’adorazione che i pagani avevano avuto per il gatto e venne associato alla sfortuna e al male, specialmente il gatto nero, lo si considerava animale del diavolo e delle streghe, associato agli eretici e insieme a loro subì torture e roghi.
Poco dopo la fine del Medioevo troviamo l’opera di Jacopo Da Ponte detto il Bassano che mostra chiaramente la visione distorta a differenza del cane, accovacciato placidamente sotto i piedi di Gesù, il gatto con espressione malvagia, striscia accanto al traditore Giuda.
Con Leonardo da Vinci giunge la sua rivalutazione, ne era conquistato definendolo “un capolavoro” dedicando studi e disegni in atteggiamenti abituali quali la lotta, il gioco o la caccia.
Intorno al 1575 Federico Barocci realizzò la “Madonna del gatto” aderendo ai canoni della pittura controriformistica rappresentando la Sacra Famiglia in toni intimi, protagonisti del dipinto sono la Madonna col Bambino, san Giovannino, e san Giuseppe, tutti intenti a giocare con un gattino che si mette sulle zampe posteriori.
Nel Settecento cambia lo stereotipo del gatto e compare nel quadro “Gatti che litigano” di Francisco Goya lo mise in primo piano in un momento inquietante del suo comportamento. La rabbia felina che William Burroughs descrisse: «La rabbia di un gatto è meravigliosa: brucia di pura fiamma felina, il pelo ritto e scintille sfavillanti di blu, gli occhi fiammeggianti che lanciano saette.» E mirabilmente Goya ritrasse tale rabbia in due gatti con i dorsi arcuati e il pelo ritto che si affrontano.
Nell’Ottocento emergere l’interesse per ritrarre i gatti tra i pittori olandesi mentre la sensualità del felino viene sviluppata nella pittura degli impressionisti come Renoir e Manet.
Nel Novecento con gli espressionisti come F. Marc esasperano e stilizzano gli aspetti del comportamento dei gatti mentre in quadri di P. Picasso vengono risaltate le doti da predatore. Pittori surrealisti come l’inglese Leonora Carrington sono attratti dal fascino mistico del gatto. Marc Chagall combina l’arte popolare russa con le influenze di Parigi.
Il gatto più famoso dell’arte contemporanea è il bianco protagonista “Mr and Mrs Clark and Percy” di David Hockney.
Molti sono i quadri con protagonisti i gatti di Balthus, anche Warhol ha disegnato in colori vivaci i suoi amati 25 gatti, tutti di nome Sam.